Biennale Arte 2022, Il latte dei sogni. - VIATI interni
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Biennale Arte 2022, Il latte dei sogni.

Biennale Arte 2022, Il latte dei sogni.

“L’Arte è una magia che fa scomparire le ore e dissolve i giorni in attimi.”

Perché iniziare a parlare della Biennale Arte 2022 partendo da una citazione di Leonora Carrington? Perché, prima di essere una Biennale, Il latte dei sogni è innanzitutto un libro per bambini scritto proprio dalla scrittrice e pittrice britannica Leonora Carrington. Racconti per bambini, scritti per i suoi bambini, spaventati da una stanza in particolare della loro casa in Messico. Una stanza tappezzata di disegni davvero inquietanti di Leonora. Per tranquillizzarli, la mamma cominciò a raccontare e a illustrare questi racconti fantastici che oggi possiamo leggere anche noi.

Da questo libricino che è molto più di una raccolta di favole per bambini, nasce l’idea per la 59ma Biennale Arte 2022.

59ma Biennale Arte 2022, la metamorfosi dell’umano

“L’esposizione Il latte dei sogni sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano.”

La curatrice della mostra, Cecilia Alemani, prende ispirazione dalle pagine del Latte dei sogni per rappresentare in questa mostra la trasformazione dell’io, la ricerca dell’identità, il permesso di cambiare, tutto quello che non è stato permesso a Leonora, troppo avanti per i suoi tempi: un’esclusa e un’esiliata dalla società, oggi riscattata e tra le più illustri influenti del movimento surrealista femminile

Non per niente la mostra presenta una maggioranza di opere al femminile che si interrogano sulla metamorfosi dei corpi, il legame sempre più stretto tra umani e tecnologia, e il più antico e primordiale vincolo tra corpi e Terra. Una mostra dove ogni opera, proprio come nell’arte di Carrington, mescola immaginazione a realtà, sogno e incubo in un turbine di emozioni non sempre positive.

Il latte dei sogni: un mondo diviso

Inevitabilmente, la pandemia ha giocato un ruolo importante anche su questa mostra tanto attesa. Opera dopo opera ci viene mostrata una dimensione intima degli artisti divisi tra un atteggiamento ottimista verso la tecnologia, vista come mezzo per perfezionare l’uomo, e un atteggiamento pessimista dove la tecnologia è metafora di una prigione fatta di schermi in cui la pandemia ci ha rinchiuso. Come se non bastasse, le tensioni ambientali e sociali premono sulla nostra coscienza e le opere che costellano la Biennale non mancano di sottolineare la fine dell’antropocentrismo: l’uomo non è più al centro dell’universo e vive un momento di cambiamento e trasformazione. E il senso della mostra è proprio questo: immaginare nuove possibilità, nuove forme d’espressione passando dallo shock visivo al ritorno di una comunione tra esseri umani che, a volte, sembra abbiamo perso.

Aperta al pubblico fino a domenica 27 novembre 2022 ai Giardini e all’Arsenale, la 59ma Biennale Arte vi aspetta in tutta la sua originalità e voglia di comunicare. Lasciamoci trasportare e trasformare.

Immagine di copertina: “I Sogni non hanno titolo”, Zineb Sedira